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Il dolore è definito dall’International Association for the Study of Pain (IASP) come un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno

Indice

  • FISIOPATOLOGIA DEL DOLORE
  • L’INQUADRAMENTO DEL PAZIENTE CON DOLORE
  • CLASSIFICAZIONE ETIOPATOGENETICA DEL DOLORE
    • Dolore nocicettivo
    • Dolore infiammatorio
    • Dolore neuropatico centrale e periferico
    • Dolore muscolare
  • CLASSIFICAZIONE DEL DOLORE IN RELAZIONE ALLA DURATA
    • Dolore acuto
    • Dolore cronico

INTRODUZIONE

Il dolore è definito dall’International Association for the Study of Pain (IASP) come un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno1; si tratta quindi di una condizione individuale e soggettiva complessa, nella quale si intrecciano componenti di ordine diverso, che appartengono sia alla realtà corporea che a quella psichica e relazionale. Nella pratica clinica, il dolore rappresenta uno dei sintomi che influenza maggiormente la qualità della vita del paziente, limitandolo non solo sotto l’aspetto fisico, ma anche psico-sociale, con conseguenti elevati costi sociali e sanitari.
La prevalenza del dolore cronico non neoplastico si attesta sul 21,7% in Italia2 e sul 19% in Europa3; in particolare, si stima che in Italia un paziente su tre si rivolga al proprio medico di medicina generale a causa del dolore cronico4. Tuttavia, a fronte di una prevalenza così elevata e di una spesa sanitaria altrettanto consistente (corrispondente a circa il 2% del PIL), la gestione della terapia del dolore nel nostro Paese risulta essere ancora inappropriata. Difatti, sul territorio, il medico di medicina generale instaura, nel 70% dei casi, un protocollo di trattamento antalgico, che risulta altresì inefficace nel 40-50% circa dei pazienti4.
L’introduzione della legge N. 38 del 15 marzo 2010, in materia di accesso alle cure palliative ed alla terapia del dolore, è sicuramente indice di una elevata sensibilità da parte del legislatore a questa tematica; tuttavia, ad oggi, permangono una serie di criticità in termini di applicazione della normativa dal momento che risultano poche le reti di terapia del dolore e di cure palliative sul territorio nazionale e disomogenea la loro distribuzione. L’Italia, inoltre, continua ad occupare uno dei gradini più bassi a livello europeo nel consumo degli analgesici oppioidi, a fronte di un utilizzo di FANS spropositatamente elevato rispetto alla media europea e tutto ciò appare correlato senz’altro ad un uso inappropriato di questi ultimi, spesso prescritti senza un’opportuna valutazione eziopatogenetica del dolore, con conseguente elevata prevalenza di reazioni correlate avverse e scarso beneficio sulla sintomatologia algica3. In queste scelte giocano senz’altro un ruolo essenziale i vecchi retaggi culturali ma, probabilmente, esiste anche una inadeguata formazione della classe medica.
Alla luce di questi dati, pertanto, risulta di fondamentale importanza, allo stato attuale, lo studio della fisiopatologia del dolore, della psicologia del dolore e l’integrazione tra le scienze mediche di base e le discipline cliniche nonché tra la farmacoterapia e le linee-guida internazionali, in modo tale da poter formare medici ed operatori sanitari in grado di occuparsi in modo “cosciente” della gestione complessiva del paziente con dolore.
Altrettanto importante appare, in tale contesto, il ruolo delle società scientifiche, impegnate nella promozione del confronto tra gli specialisti ed i medici di medicina generale e nella diffusione di una cultura improntata e finalizzata alla riduzione del dolore, capace di rispondere adeguatamente alle richieste di una società evoluta.

FISIOPATOLOGIA DEL DOLORE


Réné Magritte “Décalcomanie” (1966). Olio su tela 81x100cm.

Nella definizione del dolore concorrono due diversi fenomeni fisiologici, rappresentati da:

  • una componente percettiva, la nocicezione, che costituisce la modalità sensoriale che permette la ricezione ed il trasporto al sistema nervoso centrale di stimoli potenzialmente lesivi per l’organismo;
  • una componente esperienziale, la vera e propria esperienza del dolore, che configura lo stato psichico, emotivo e cognitivo, collegato alla percezione di una sensazione spiacevole.

Ne consegue che è possibile osservare una nocicezione in assenza di dolore, come accade nel momento in cui si verifica una lesione delle vie spino-talamiche o dei centri sovraspinali, ed una percezione di dolore in assenza di nocicezione, come nel caso di un dolore neuropatico.
Gli eventi lesionali di natura meccanica, termica o chimica, stimolano i nocicettori generando, attraverso l’attivazione di canali ionici, alcuni potenziali d’azione condotti a livello spinale dalle fibre nervose nocicettive (fibre amieliniche di piccolo calibro di tipo C e fibre mieliniche A- δ)4. La via di trasmissione è composta da tre neuroni: neurone di I ordine (a T) con assoni centripeti che entrano, con le radici dorsali, nel midollo e terminano nella sostanza gelatinosa del corno posteriore, ove instaurano sinapsi con i neuroni di II ordine, nocicettivi e neuroni ad ampio spettro dinamico WDR (Wide Dynamic Range), i cui assoni decussano, per poi decorrere con il fascio spino-talamico nel cordone controlaterale e giungere al nucleo postero-laterale del talamo. In questa sede essi contraggono sinapsi con il neurone di III ordine talamo-corticale, che veicola lo stimolo nocicettivo alla corteccia parietale, dove la percezione del dolore diventa cosciente; l’elaborazione cosciente del dolore configura un processo complesso che coinvolge diverse strutture quali la formazione reticolare, l’ipotalamo, l’ipofisi ed il sistema limbico4.
Nella regolazione della trasmissione nocicettiva gioca un ruolo cruciale il corno grigio posteriore spinale, in quanto in questa sede l’impulso doloroso viene modulato sia da un controllo inibitorio centrale discendente che da uno spinale, il gate control descritto da Melzach e Wall4-5.
Nel complesso, dunque, il dolore appare il prodotto della somma algebrica delle attività dei sistemi nocicettivo e anti-nocicettivo, successivamente elaborato a livello corticale alla luce dell’esperienza e dello stato cognitivo del soggetto.

L’INQUADRAMENTO DEL PAZIENTE CON DOLORE

Il primo step nella valutazione del paziente con dolore è rappresentato da una accurata anamnesi e da un esame obiettivo completo; risulta di fondamentale importanza la ricerca di condizioni patologiche associate e la attenta disamina della documentazione clinica pregressa4.
Il dolore deve essere definito per sede e distribuzione (localizzato o irradiato, superficiale o profondo), qualità ed intensità, per modalità di insorgenza, durata e periodicità (acuto, ricorrente o persistente), correlato o meno a sintomi associati, per variazione circadiana, fattori esacerbanti ed attenuanti (movimenti, riposo, attività fisica), risposta alla terapia pregressa e attuale, effetti collaterali, impatto sulla qualità di vita e sull’assetto psicologico del paziente4.
Per il monitoraggio del dolore si usano scale monodimensionali, che valutano la qualità o l’intensità, o multidimensionali, rappresentate da questionari strutturati6. La qualità è definita con aggettivi soggettivi (lancinante, trafittivo, urente, a scarica etc.), mentre la quantificazione dell’intensità si avvale di strumenti come la Visual Analogue Scale (VAS) o la Numerical Rating Scale (NRS), basati sulla dichiarazione soggettiva del paziente circa l’intensità del dolore avvertito6;7.
La VAS, scala di semplice interpretazione e facilmente ripetibile, consiste in una linea, lunga di solito dieci centimetri, sui cui estremi sono indicati i termini “nessun dolore” e “massimo dolore immaginabile”. Al paziente si chiede di indicare, sulla linea, il punto preciso in cui si colloca il proprio dolore al momento della somministrazione; sul retro della stessa esiste una linea graduata in cifre sulla quale si può leggere il corrispettivo valore numerico di ciò che il paziente ha segnalato.
La NRS, a differenza della VAS, ha il vantaggio di non richiedere alcun supporto cartaceo e valuta l’intensità del dolore da 0 (nessun dolore) a 10 (il dolore più terribile che si possa immaginare).
Secondo quanto stabilito dall’OMS, è possibile distinguere tre livelli di intensità del dolore: lieve (NRS=1-4), moderato (NRS=5-6) e severo (NRS= 7-10)7. L’intensità del dolore, rilevata con una scala quantitativa, rappresenta un parametro importante per la scelta del farmaco, dal momento che generalmente ritenuta soddisfacente una terapia che mantenga il dolore <4. Tuttavia, nella valutazione globale dell’outcome, bisogna sempre prendere in considerazione la sfera psico-sociale del paziente, per cui la terapia antalgica deve mirare ad un recupero della qualità di vita (oggettivata mediante specifici questionari come SF-36 o McGill), quindi del riposo notturno e della attività lavorativa quotidiana.

CLASSIFICAZIONE ETIOPATOGENETICA DEL DOLORE

Dolore nocicettivo

Rappresenta la tipologia di dolore di più frequente riscontro nella pratica clinica ed è correlato primordialmente all'irritazione dei nocicettori ed alla conseguente trasmissione degli impulsi nocicettivi al sistema nervoso centrale8. Clinicamente, si tratta di un dolore ben localizzato, che di solito termina con la guarigione del danno e soprattutto della causa che l’ha provocato, che può essere di natura meccanica o infiammatoria9.
Il dolore nocicettivo meccanico strutturale origina dai nocicettori sottoposti a stimoli meccanici di elevata intensità (sopra la soglia), come nel caso di terminazioni sovraccaricate in segmenti articolari molto compromessi, come nell’osteoartrosi8. Sotto l’aspetto clinico, tale sintomatologia dolorosa compare e si accentua con il carico, risulta associata ad una breve rigidità post-inattività, tende ad attenuarsi con il riposo e non appare associata a segni flogistici clinici o bioumorali9. Dal punto di vista farmacologico, il dolore nocicettivo risponde bene alla terapia con FANS ed oppiacei.
Il dolore nocicettivo infiammatorio configura una tipologia di dolore nocicettivo causato da una sensibilizzazione dei nocicettori periferici da parte dei mediatori del processo flogistico (bradichinina, PGE2, istamina, IL-β, serotonina, H+, ATP, eicosanoidi, TNF, NGF etc.)10. L’azione di questi ultimi produce la sensibilizzazione dei canali ionici associati alle fibre nervose nocicettive, per cui, in presenza di uno stimolo normalmente innocuo (sotto soglia) o addirittura in assenza di qualsivoglia stimolo (dolore spontaneo), si verifica una percezione di dolore10.
Clinicamente, tale sintomatologia appare di frequente riscontro nelle artriti acute (artrite gottosa) o in quelle croniche (artrite reumatoide) e può avere un estrinsecazione prevalentemente notturna, associarsi ad una rigidità mattutina, attenuarsi con l’attività fisica o correlarsi a segni clinici di flogosi, allodinia ed iperalgesia11. A tal proposito, infatti, dobbiamo considerare che la trasmissione continua di stimoli nocicettivi provoca, nel tempo, a livello delle corna posteriori del midollo spinale, una sensibilizzazione dei neuroni locali che si manifesta con l’incremento dell’area periferica di dolore (amplificazione), la perdita della capacità di discriminazione algica nella stessa sede e l’aumento della sensibilità della zona dolente11.

Dolore neuropatico centrale e periferico
Viene generalmente provocato da un’anomalia, temporanea o permanente, dell’integrità strutturale del sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale) o periferico (nervi e gangli spinali). Si tratta, dunque, di un dolore patologico, in quanto non è collegato una lesione tissutale, quindi ad un’attivazione dei nocicettori periferici4;12. Non ha, quindi, una funzione protettiva, bensì rappresenta una disfunzione del sistema nocicettivo, con conseguente attivazione anomala dei neuroni deposti alla nocicezione12.  Pertanto, clinicamente esiste una quasi completa mancanza di correlazione tra l’entità dello stimolo periferico e la sensazione dolorosa provocata12.
I meccanismi implicati nella genesi del dolore neuropatico sono molteplici e complessi; tra questi, sono stati ipotizzati un’anomala plasticità neuronale, un’alterata comunicazione tra sistema nervoso ed immunitario, modifiche dell’epigenetica neuronale ed un’attivazione patologica delle cellule della glia12-15.
Il dolore neuropatico periferico interessa nervi, radici e plessi nervosi; dal punto di vista anatomo-patologico può essere sostenuto da una demielinizzazione associata ad integrità assonica o da una degenerazione parziale o totale degli assoni, anche se è descritta la coesistenza delle due forme4.
Le condizioni cliniche nelle quali si riscontra più frequentemente sono le neuropatie (diabetica, traumatica, da intrappolamento, ischemica, post-chirurgica), le radicolopatie compressive e le nevralgie craniche o post-erpetiche12-13.
Il dolore neuropatico centrale è invece correlato ad un danno primario a carico dei neuroni centrali in conseguenza di un’alterazione dell’elaborazione dello stimolo nocicettivo o di una ridotta attività del sistema inibitorio discendente. Si riscontra generalmente in pazienti affetti da sclerosi multipla, ictus talamico, traumi midollari, mielopatie, sindrome dell’arto fantasma14.
Dal punto di vista farmacologico, chiaramente il dolore neuropatico puro non risponde ai FANS, ma ad anticonvulsivanti ed antidepressivi4;7.

Il dolore muscolare
Il dolore muscolare, o mialgia, rappresenta una sintomatologia localizzata in uno o più muscoli. Quando si presenta in assenza di uno sforzo muscolare eccessivo, interessando spesso diversi gruppi muscolari, può essere il sintomo di una malattia sistemica. È importante, in questi casi, ricercare le eventuali condizioni cliniche associate, tra cui astenia, insonnia, depressione, emicrania e sindrome da colon irritabile17.
Si può riscontrare in pazienti affetti da ipotiroidismo, in alcune patologie autoimmuni, quali la polimialgia reumatica, la fibromialgia, la dermatomiosite, il LES, la sindrome miofasciale, in alcune malattie infettive, nell’ipokaliemia severa e, transitoriamente, in soggetti con sindrome influenzale17.

CLASSIFICAZIONE DEL DOLORE IN RELAZIONE ALLA DURATA

Dolore acuto
Corrisponde ad un danno tissutale in atto, ha una durata limitata nel tempo e si accompagna a risposte neuroendocrine, emotive e comportamentali. È spesso un sintomo precoce utile per una diagnosi ed ha una funzione difensiva, in quanto mira ad evitare la sollecitazione della parte lesa ad opera di nuovi stimoli. Presenta generalmente un esordio rapido, forte intensità, breve durata, solitamente è nocicettivo e termina con la guarigione o al termine dello stimolo4.
Se non opportunamente trattato, tuttavia, esso può trasformarsi in un dolore persistente ed, in presenza di fattori di rischio organici e psico-sociali, può evolvere verso il dolore cronico. È importante instaurare un trattamento antalgico tempestivo ed efficace, in quanto la persistenza del sintomo può portare ad una disabilità parziale o totale del paziente e ad un aumentato rischio di complicanze cliniche, con un conseguente prolungamento dello stato di degenza ed un incremento dei costi della terapia4;9.

Dolore cronico
Configura una manifestazione algica persistente che tende a riproporsi, con monotona continuità, nella quotidianità della vita del paziente, in assenza di uno stimolo nocicettivo permanente. Semeiologicamente, deve essere pertanto distinto dal dolore persistente, la cui sintomatologia è legata, come accade nell’osteoartrosi, ad una lesione anatomica responsabile dell’attivazione di una trasmissione nocicettiva reiterata nel tempo4.
Si definisce cronico, dunque, un dolore che persiste anche quando la causa che lo ha generato si è risolta, perdurando oltre un lasso di tempo che, convenzionalmente, supera i tre mesi. Dal punto di vita etiologico, risulta frequentemente un dolore neuropatico o misto (neuropatico-nocicettivo), mentre, sotto il profilo clinico, si accompagna a scarse risposte neuroendocrine, pur determinando importanti conseguenze comportamentali4;7.
Di estrema importanza ed interesse appare la fisiopatologia della cronicizzazione del dolore, evento complesso che può esplicarsi in un periodo relativamente breve, in alcuni casi anche poche ore. La cronicizzazione può verificarsi a livello periferico, spinale e limbico.
La cronicizzazione periferica si osserva più frequentemente nel contesto del dolore infiammatorio, laddove il primum movens è rappresentato dai mediatori flogistici che sensibilizzano le fibre nervose nocicettive, creando un circolo vizioso che può essere interrotto farmacologicamente mediante la somministrazione di FANS o corticosteroidi10.
La cronicizzazione spinale, invece, si verifica in presenza di un danno tissutale prolungato, in grado di causare una ipereccitabilità dei neuroni del corno grigio dorsale (Wind-up), che si evidenzia anche dopo la cessazione dello stimolo iniziale, con persistenza del dolore. Tale stimolo induce una liberazione continuativa di glutammato, nella sinapsi tra I e II neurone nocicettivo nel corno grigio dorsale, che sarà in seguito responsabile dell’attivazione dei recettori ionotropici AMPA e NMDA del terminale post-sinaptico. Questi ultimi, una volta attivati, giocano un ruolo fondamentale nel promuovere l’amplificazione e la persistenza del dolore, coadiuvati da una ipofunzione GABAergica a livello centrale4.
La cronicizzazione limbica rappresenta una delle acquisizioni più recenti nel contesto della fisiopatologia del dolore. L’introduzione della RM funzionale, infatti, ha permesso di evidenziare un’aumentata attività neuronale in tal sede ed una modificazione delle interazioni tra il sistema limbico e le afferenze nocicettive nei pazienti con dolore cronico14.

AUTORI
V. Pesce1, F. Rifino1, D. Bizzoca1, P. Fiore2, B. Moretti1

1. Scuola di Medicina, Università degli Studi di Bari “A. Moro”. Dipartimento di Scienze Mediche di Base, Neuroscienze ed Organi di Senso. U.O.C. di Ortopedia e Traumatologia.

2.  Scuola di Medicina, Università degli Studi di Bari “A. Moro”. Dipartimento di Scienze Mediche di Base, Neuroscienze ed Organi di Senso. U.O. Medicina fisica e riabilitativa - Unità spinale unipolare

Referenze bibliografiche:

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video pillole del prossimo Congresso Nazionale
Il congresso nazionale di Torino si avvicina ed ormai tutto è pronto per dare inizio ai lavori. Il programma scientifico, che è possibile consultare online sul nostro sito, mostra i numerosi temi trattati e tutti di massimo interesse. In questa nuova rubrica abbiamo preparato una serie di video interviste in cui i relatori ci presenteranno brevemente i contenuti più interessanti dei loro interventi. Buona visione
Intervista Prof. Alberto Migliore


Intervista Prof. Giovanni Iolascon


Intervista Prof. Umberto Tarantino


Intervista Prof. Marco Invernizzi


Intervista Prof. Antimo Moretti


Intervista Prof. Biagio Moretti


Intervista Dott.ssa Monica Pinto


Intervista Prof. Raffaele Pellegrino

Rai News 24
"Basta la salute" Algodistrofia - Prof. Giovanni Iolascon, Ortopedico e Fisiatra e Direttore esecutivo di G.U.I.D.A, spiega criticità e problematiche legate a questa patologia.

Rai News 24
"Basta la salute" Dolore cronico - Prof. Giovanni Iolascon, Ortopedico e Fisiatra e Direttore esecutivo di G.U.I.D.A, spiega criticità e problematiche legate a questa patologia.

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La campagna proposta sul nostro sito SI-G.U.I.D.A. dedicata all’algodistrofia ha avuto un enorme successo. Abbiamo ricevuto numerose richieste da parte di pazienti, ma anche medici, su consigli e chiarimenti sul corretto approccio di tale condizione sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. In letteratura ci sono sempre maggiori evidenze sull’efficacia dei trattamenti farmacologici mentre il ruolo delle terapie fisiche strumentali, nonostante il loro ampio utilizzo nella pratica clinica, non è completamente chiaro né supportato da una robusta evidenza scientifica. Abbiamo affrontato tali argomenti con il Dott. Antimo Moretti, Ricercatore in Medicina Fisica e Riabilitativa presso l’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli

Tra le complicanze della pandemia da COVID19, l’aumento di casi di dolore muscoloscheletrico rappresenta una condizione di rilevante interesse. Molti pazienti affetti da COVID, con entità cliniche diverse, dalle forme paucisintomatiche a quelle che necessitano di degenza in terapia subintensiva o intensiva, riportano riacutizzazioni di sindromi dolorose che possono risultare di difficile gestione. A questo si aggiungono le difficoltà logistiche e la riorganizzazione delle modalità di erogazione dei servizi sanitari e pertanto, seguire in maniera appropriata e attenta tali pazienti, risulta ancora più complicato. Abbiamo affrontato questi importanti argomenti con la Prof.ssa Maria Caterina Pace, Professore ordinario di Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e Terapia del dolore presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e Presidente dell’AISD, Associazione Italiana per lo Studio del Dolore.

LA DIETA MEDITERRANEA
La dieta mediterranea è unanimamente considerata l’approccio nutrizionale più idoneo per condurre un corretto stile di vita. E’ infatti stata identificata nel 2010 dall'UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità, su proposta di alcune nazioni, tra cui l’Italia. Tale approccio ha dimostrato avere un significativo effetto positivo su numerosi processi fisiologici e un ruolo anche nella prevenzione di condizioni patologiche. Nuove prospettive in questo tema sono sicuramente una maggiore conoscenza del ruolo della dieta mediterranea nelle infezioni, come quella recente da Sars COV 2 e le modalità di come implementare con maggiore successo tale approccio nella quotidianità per prevenire l'invecchiamento cognitivo e fisico, in particolare quello muscolo scheletrico. Abbiamo affrontato tali temi con la Prof.ssa Stefania Maggi, Dirigente di ricerca del CNR e Presidente della fondazione “Dieta Mediterranea”.

La medicina di genere rappresenta da sempre un tema di grande interesse scientifico. Identificare possibili differenze in termini di suscettibilità, manifestazioni cliniche e gestione terapeutica potrebbe avere delle ricadute su un diverso approccio al paziente. Tuttavia, solo di recente il Ministero della Salute ha pubblicato un Piano per la l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione su questo problema. La differenza tra sessi ha trovato un riscontro anche nella recente pandemia da COVID19, in cui sono in studio fattori di genere che avrebbero un ruolo nell’espressione clinica e nella terapia della malattia. Abbiamo affrontato questi argomenti con la Professoressa Anna Maria Moretti, Presidente della Società Italiana di Medicina di Genere.

L’osteoporosi è spesso definita una “malattia silenziosa” in quanto caratterizzata da uno scarso corteo sintomatologico ed un andamento subdolo. Considerando globalmente il quadro clinico, il dolore rappresenta sicuramente un sintomo di rilevante importanza che può riscontrarsi come conseguenza delle complicanze fratturative associate a tale patologia. Analizzare correttamente ed identificare tale sintomo è fondamentale per il clinico per impostare un corretto percorso diagnostico e prescrivere la terapia più appropriata. Abbiamo affrontato questi importanti argomenti con la Professoressa Maria Luisa Brandi, Professore Ordinario di Endocrinologia dell’Università di Firenze e Presidente della Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell'Osso.

La riabilitazione nel periodo del lock down ha riscontrato numerose difficoltà nell’erogazione delle prestazioni in setting ospedalieri e soprattutto ambulatoriali. La necessità di mettere in pratica le dettagliate norme anticovid, ha richiesto un adeguamento dei reparti in termini strutturali, una maggiore organizzazione del personale medico e infermieristico e un attento controllo dell’accesso ai presidi dell’utenza. In questo contesto, ed in associazione a tali modifiche, la maggiore diffusione della telemedicina e della teleriabilitazione ha permesso di garantire un continuum nelle cure permettendo una corretta gestione del paziente, anche con sindromi dolorose. Abbiamo affrontato questi temi con il Professor Pietro Fiore, Presidente della Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa.

Il rallentamento delle attività cliniche e chirurgiche nel corso di lock-down per COVID-19 ha inevitabilmente avuto delle conseguenze sullo stato di salute anche nel paziente ortopedico. Tra le diverse criticità, il ritardo all’intervento per protesi articolare ha determinato un sensibile peggioramento in termini di dolore e di limitazione funzionale con un notevole impatto psicologico e sulla qualità di vita di tali pazienti. Inoltre, è stato riscontrato anche un maggiore uso e, in alcuni casi, abuso di farmaci antidolorifici ed antiinfiammatori per controllare la sintomatologia. Abbiamo affrontato tali argomenti con il Professor Umberto Tarantino, Presidente della Società GUIDA e Professore Ordinario di Malattie dell’apparato locomotore all’Università di Torvergata.

La gestione del dolore acuto e del dolore cronico non può essere trascurata e spesso richiede l'utilizzo di farmaci antinfiammatori ad uso prolungato. La pandemia da Covid-19, influendo anche sulle visite ambulatoriali, ha complicato ulteriormente l'approccio al paziente aumentandone le paure. Ne abbiamo parlato con il Professor Giovanni Iolascon, Ortopedico e Fisiatra e Direttore esecutivo di G.U.I.D.A.

“Intervista pubblicata su: «pharmastar.it»”

La pandemia da coronavirus ha complicato la gestione delle patologie acute e croniche che affliggono la popolazione italiana. In questo contesto non deve essere dimenticato il dolore muscolo scheletrico cronico.
Il Professor Giovanni Iolascon, Ortopedico e Fisiatra e Direttore esecutivo di G.U.I.D.A, spiega criticità e problematiche legate a questa patologia.

La nutrizione è sempre più un aspetto di centrale importanza per la salute di un soggetto. Oltre alle note conseguenze di una corretta alimentazione sull’incidenza e sull’intensità di diverse patologie come quelle respiratorie, cardiologiche e tumorali, recentemente riscontriamo un interesse crescente sul possibile ruolo dei micronutrienti assunti con la dieta o dei supplementi sullo sviluppo e sulla percezione del dolore. Affrontiamo tale argomento con la Professoressa Silvia Migliaccio.

Le persone con problemi a livello della cartilagine articolare, soprattutto a causa dell’artrosi dell’anca o del ginocchio o per problematiche di tipo traumatologico, sono solite ricorrere ai benefici della terapia infiltrativa intra articolare. Oggi si trovano in una condizione di disagio a causa dell’epidemia di Covid-19 . Per tenere le articolazioni in buono stato, in attesa di poter quanto prima riprendere la cura, ci sono 3 consigli che vanno seguiti.

“Intervista pubblicata su: «www.terapiainfiltrativa.it»”

Dott. Sergio Crimaldi
Specialista in chirurgia ortopedica e traumatologia
HUMANITAS MD – Ortopedia 2 “Chirurgia Ortopedica Mininvasiva e Nuove Tecnologie”


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Presidente Giovanni Iolascon

Direttore Esecutivo della Società G.U.I.D.A. Professore di Medicina Fisica e Riabilitativa Seconda Università di Napoli

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Direttore Esecutivo Alberto Migliore

Professore di Reumatologia, Ospedale San Pietro – FBF Roma

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Past President Umberto Tarantino

Professore Ordinario di Malattie Apparato Locomotore Coordinatore della Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia.

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Ultimi Comunicati stampa AIFA

24/01/2024
Dirigenti II Fascia - aggiornamento sezione
L'Agenzia Italiana del Farmaco, ai sensi del d.lgs. 33/2013, rende disponibili aggiornamenti della sezione "Dirigenti II Fascia".
23/01/2024
Notifica dei provvedimenti - Ufficio Ispezioni e Autorizzazioni GMP Medicinali
Modalità di notifica dei documenti prodotti dall’Ufficio Ispezioni e Autorizzazioni GMP Medicinali (prodotti in formato cartaceo e prodotti in formato elettronico e firmati digitalmente).
23/01/2024
Esiti della riunione del Comitato Prezzi e Rimborso (CPR)
L'Agenzia Italiana del Farmaco rende disponibile l'esito dei lavori della riunione del Comitato Prezzi e Rimborso (CPR) dell'AIFA del 12 e 15 gennaio 2024.
23/01/2024
Attivazione web e pubblicazione schede di monitoraggio - Registro ROCTAVIAN
Si informano gli utenti dei Registri dei Farmaci sottoposti a Monitoraggio che, a partire dal 23/01/2024 è possibile utilizzare, in regime di rimborsabilità SSN, il medicinale ROCTAVIAN per una specifica indicazione terapeutica.
23/01/2024
Indicatore di tempestività dei pagamenti - aggiornamento sezione
L'Agenzia Italiana del Farmaco, ai sensi del d.lgs. 33/2013, rende disponibili aggiornamenti della sezione "Indicatore di tempestività dei pagamenti".
23/01/2024
Provvedimenti dirigenti - aggiornamento sezione
L'Agenzia Italiana del Farmaco, ai sensi del d.lgs. 33/2013, rende disponibili aggiornamenti della sezione "Provvedimenti dirigenti".
23/01/2024
Prevenzione della Corruzione - aggiornamento sezione
L'Agenzia Italiana del Farmaco, ai sensi del d.lgs. 33/2013, rende disponibili aggiornamenti della sezione "Prevenzione della Corruzione".
22/01/2024
Modifica Registro BRUKINSA (MZL)
Si informano gli utenti dei Registri dei Farmaci sottoposti a Monitoraggio che, è stato aggiornato il Registro web BRUKINSA dedicato al monitoraggio di una specifica indicazione terapeutica.
22/01/2024
Titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo - aggiornamento sezione
L'Agenzia Italiana del Farmaco, ai sensi del d.lgs. 33/2013, rende disponibili aggiornamenti della sezione "Titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo".
22/01/2024
Riepilogo dei pagamenti a titolo di Ripiano della spesa farmaceutica acquisti diretti anno 2022
L’Agenzia ha effettuato una ricognizione dei pagamenti effettuati dalle aziende farmaceutiche alla data odierna, sulla base delle informazioni pervenute.
22/01/2024
Epatite C: aggiornamento del 22 gennaio 2024 sui pazienti arruolati Notizia in evidenza
L'Agenzia Italiana del Farmaco rende disponibile l’aggiornamento settimanale dei dati relativi ai trattamenti con i nuovi farmaci ad azione antivirale diretta di seconda generazione (DAAs) per la cura dell’epatite C cronica, raccolti dai Registri di monitoraggio AIFA.
19/01/2024
Aggiornamento "Diario di bordo sulla Trasparenza"
L'Agenzia Italiana del Farmaco rende disponibile on line l'aggiornamento del "Diario di Bordo sulla Trasparenza" al 19/01/2024.

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